Approfondimento Cellulari

Telefoni cellulari e radiazioni elettromagnetiche

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione (IARC) ha annunciato il 31 maggio 2011 che un gruppo di 31 scienziati esperti di radiazioni elettromagnetiche e provenienti da 14 paesi, si è riunito a Lione per valutare i risultati di tutti gli studi già pubblicati, volti ad accertare "il rischio cancerogeno potenziale dovuto all'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza" (per intenderci, quelli provocati dalle radiazioni non ionizzanti emesse dai telefoni senza fili, ma anche dai segnali radio-televisivi, dai radar e dai forni a microonde).

I risultati di questa analisi approfondita sono stati pubblicati in una monografia della IARC e sulla rivista The Lancet Oncology il primo luglio.

Il gruppo di lavoro "ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibilmente cancerogeni per gli esseri umani (gruppo 2B), in base a un aumentato rischio di sviluppare un glioma, un tumore maligno del cervello, associato all'uso di telefoni senza fili".

Per comprenderne il significato è importante chiarire che cosa significano i termini utilizzati. Il gruppo 2B comprende i cosiddetti "possibili" cancerogeni: si tratta di un ampio insieme di sostanze e agenti sotto osservazione, che attualmente non sono ritenuti né cancerogeni "probabili" (gruppo 2A), né cancerogeni "certi" (gruppo 1). Per mettere le cose in prospettiva, il gruppo 2B comprende anche il caffè.

È importante anche notare che i tumori al cervello e al sistema nervoso sono estremamente rari: la bassa incidenza a livello mondiale, attestata sui 3,5 casi ogni 100.000 abitanti, rende gli studi particolarmente incerti. Tuttavia, data la bassissima incidenza, anche un eventuale aumentato rischio comporterebbe a livello individuale un incremento minimo della probabilità di sviluppare un tumore di questo tipo. La segnalazione della IARC ha un significato in termini di salute pubblica, dal momento che gli utilizzatori di cellulari al mondo sono stimati in circa 5 miliardi o una persona su due.

Le conclusioni indicano la strada che sta seguendo IARC: per comprendere meglio l'entità del rischio, si deve "monitorare attentamente l'associazione fra l'uso dei telefoni cellulari e il rischio di tumore (…) conducendo ulteriori ricerche a lungo termine in particolare sugli utilizzatori forti dei telefoni cellulari".

Ad esempio, uno studio svolto in Danimarca l'anno dopo l'uscita della monografia della IARC non ha trovato alcuna correlazione tra l'aumento dei tumori del sistema centrale nervoso e l'uso dei telefoni cellulari, ma è necessario continuare a studiare nel tempo gli effetti di questa abitudine.

Nell'attesa di risultati più certi, la IARC suggerisce di "ridurre l'esposizione, utilizzare gli auricolari e scrivere sms" ogni volta che è possibile evitare una telefonata. La cautela è particolarmente importante per i giovani, che hanno tessuti cerebrali più sensibili di quelli degli adulti e che, a differenza dei più anziani, hanno davanti un'intera vita di esposizione.

INDICAZIONI  OMS

Negli ultimi vent'anni sono stati realizzati molti studi finalizzati a valutare se i telefoni mobili comportino potenziali rischi per la salute.

Ad oggi, secondo l'OMS, non è stato dimostrato alcun effetto sanitario avverso causato dall'uso dei telefoni cellulari, ma ulteriori ricerche sono in corso per colmare residue lacune nelle conoscenze.

In particolare, le evidenze scientifiche attualmente disponibili tendono, nel loro complesso, a deporre contro l’ipotesi che l’uso dei telefoni cellulari comporti un incremento del rischio di tumori intracranici. 
D’altra parte, non sono ancora disponibili osservazioni a distanze superiori ai 15 anni dall’inizio dell’uso e per esposizioni iniziate durate l’infanzia e l’adolescenza. Pertanto, in linea con quanto raccomandato dall’OMS, è opportuno proseguire la sorveglianza epidemiologica dell’andamento dei tumori cerebrali nel tempo e gli studi di coorte prospettici attualmente in corso.

INDICAZIONI DALLA FEDERAZIONE DEI MEDICI  PEDIATRI

Un problema dunque da tempo oggetto di studio, dato l’alto numero di cellulari su tutto il territorio, e sull’uso, spesso eccessivo, che se ne fa anche tra i bambini. Finora il mondo della pediatria, in assenza di prove scientifiche dimostrate, aveva consigliato un uso prudente di questi dispositivi, almeno tra i bambini, soprattutto evidenziando gli aspetti sociali dovuti all’uso improprio (a scuola, in luoghi pubblici, la dipendenza da SMS e chat).

La Fimp invita a applicare il principio della “precauzione”, mettendo in pratica qualche accorgimento per evitare un’eccessiva esposizione ai campi magnetici, “in attesa che l’Oms possa dare indicazioni più accurate sulla sicurezza di queste apparecchiature”, spiega il presidente della Fimp, Giuseppe Mele. “Non sono raccomandazioni scientifiche – sottolinea Mele – ma sono ‘consigli’ che lasciamo al buonsenso delle famiglie”.
“Da un punto di vista tecnico, i cellulari, così come i forni a microonde ed altri dispositivi elettrici di uso comune, emettono radiazioni non ionizzanti, onde troppo deboli per danneggiare direttamente il DNA e causare il cancro”, osserva la Federazione dei pediatri spiegando che, “pertanto, il mondo scientifico ha sempre evidenziato che non esiste al momento attuale un meccanismo biologico noto che spieghi come le radiazioni non ionizzanti possano provocare il cancro o altri problemi fisici”.

Ma di fronte al sospetto sollevato dall’Oms, ecco gli otto consigli dei pediatri per evitare un’eccessiva esposizione legata ai campi elettromagnetici emessi dai cellulari e da tante altre moderne apparecchiature:

  1. Non usate coperte elettriche o altri dispositivi elettrici dove dormite (ad esempio la luce notturna sul comodino)
  2. Controllate dove si trova l'interruttore centrale ed il salvavita e non dormite vicino ad esso
  3. Non passate troppo tempo vicino ad apparecchiature elettroniche accese (ad esempio la sveglia sul comodino)
  4. Non lasciate che i bambini guardino la cottura del cibo all'interno del forno a microonde
  5. Tenete il router wi-fi il più lontano possibile dai vostri familiari, mettetelo in un cassetto o in un armadio
  6. Tornate al telefono fisso e liberatevi del cordless in casa
  7. Non date i cellulari ai bambini
  8. Usate un auricolare a filo e non un dispositivo bluetooth 

Siti d’interesse:

http://www.iss.it

Note finali:

Altri effetti da irradiazione di altra origine (non ionizzanti, non  campi EM): luce blu

Le frequenze di 410 nm dello spettro della  luce visibile possono essere dannose per la retina,

Prevenzione degli effetti da luce blu: schermature con App scaricabili gratuitamente

 

Dott. Maurizio Treleani   A.A.S. n.3 Alto  Friuli –Collinare- Medio Friuli” – ottobre 2016

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ultima modifica: 2 novembre 2016 Commenti / Suggerimenti